Scandalo sessuale a L’Aquila: voci proibite e verità nascoste
Scandalo sessuale a L'Aquila — una frase che già da sola fa tremare i corridoi e accendere sguardi curiosi. Nel quartiere Coppito, dove si trova una delle scuole professionali più chiacchierate della città, tutto è iniziato con una telefonata che non mi aspettavo. Non sentivo la mia vecchia amica da più di sei mesi. Non è una donna qualsiasi: è una collega di vecchia data, una di quelle che in città chiamano “professionista della notte”. Con lei ho condiviso viaggi improvvisi, clienti esigenti e segreti che non si confessano mai a nessuno.
Le nostre vite scorrono veloci: un giorno a Pescara, il giorno dopo a Roma, poi di nuovo in Abruzzo per un appuntamento last minute. Città, nomi e volti si mischiano, ma tra noi c’è sempre la stessa complicità. Quel pomeriggio il telefono vibra, sullo schermo appare il suo nome. Rispondo, e la sua voce calda e un po’ rauca mi travolge.
— «Tesoro, sei viva?» — ridiamo entrambe, scambiandoci ricordi e battute. Poi, il tono cambia.
— «Conosci quella scuola professionale a L’Aquila, nel quartiere Coppito?»
Non ci sono mai stata dentro, ma so che è un complesso imponente, ordinato come una caserma: viali curati, campi sportivi perfetti, regole ferree. E soprattutto insegnanti in divisa a Coppito, impeccabili, autoritari, sempre con quell’aria di chi è abituato a dare ordini. Un luogo dove, almeno in apparenza, certe voci proibite alla scuola professionale di L'Aquila non dovrebbero mai entrare.
L'invito inaspettato
«Ci sono stata anch’io… ma non per studiare» — disse ridendo. «Chiamata privata, pagamento in contanti. Mi aveva promesso che nel suo ufficio, di sera, saremmo state tranquille».
Lo incontrò all’ingresso: alto, in divisa, sguardo diretto. La portò nel suo ufficio ordinato, con una scrivania lucida e documenti allineati con precisione. «Per ogni risposta sbagliata, ci sarà una punizione» — le disse, con voce ferma.
La prima punizione fu semplice: togliersi le calze. La seconda: restare in piedi mentre lui girava intorno a lei, studiandola come un oggetto appena acquistato. Lei, esperta in giochi di ruolo, assecondò. Si sfilò le calze lentamente, fissandolo negli occhi. Lui sorrideva, sicuro di sé.
Era evidente che non fosse la sua prima volta in una situazione del genere. Quel controllo, quella calma… erano la firma di chi aveva già trasformato il proprio ruolo in qualcosa di molto più oscuro.
Voci che corrono
Nel giro di pochi giorni, a Coppito iniziarono i mormorii. Prima nei bar, poi nei negozi, infine persino nei taxi. Frasi spezzate: «…in divisa… punizioni… ufficio…» Il nome di quell’insegnante cominciò a girare, e presto si parlò di altre storie simili.
Se vuoi scoprire altri dettagli piccanti e storie proibite come questa, clicca qui e lasciati trascinare in un mondo senza filtri né regole.
Le voci proibite alla scuola professionale di L’Aquila raccontavano di allieve che, dopo le lezioni, restavano negli uffici degli insegnanti in divisa a Coppito per “colloqui privati”. Qualcuna rideva, qualcuna invece taceva. Poi arrivarono le prime denunce delle allieve e indagini interne.
Le chat sequestrate contenevano frasi esplicite, foto compromettenti, commenti su chi «meritava una punizione». A quel punto non era più un semplice pettegolezzo: lo scandalo sessuale a L’Aquila era ufficiale.
Ma la parte più velenosa delle voci parlava di “elenchi” segreti: nomi di ragazze annotate su quaderni, accanto a commenti espliciti e punteggi come in una sorta di gioco perverso. Alcune allieve, interrogate, ammisero di aver ricevuto regali costosi o soldi in contanti per “mantenere il silenzio”. La facciata di disciplina impeccabile della scuola cominciava a sgretolarsi sotto il peso delle confessioni.
Eppure, nonostante tutto, a Coppito c’era chi difendeva gli accusati, sostenendo che fossero solo fantasie esagerate. Ma per molti, ogni volta che vedevano una divisa attraversare il corridoio, il pensiero tornava a quelle stanze chiuse a chiave, dove l’odore di carta e gesso si mescolava a qualcosa di molto più proibito.
Il prezzo del silenzio
Le indagini furono rapide ma, come spesso accade, non portarono a veri licenziamenti. Alcuni insegnanti vennero trasferiti “per motivi di servizio”, altri rimasero. Ufficialmente, tutto tornò alla normalità. Ma in città la calma era solo di facciata.
La mia vita non è per tutte… ma chi osa vivere come me non torna più indietro…
I pettegolezzi hot a L’Aquila continuavano a correre, alimentati da ogni nuovo dettaglio trapelato. Nei bar vicini alla scuola, bastava sedersi al bancone per sentire frasi a metà, sussurri interrotti da sorrisi complici: «…quella sera… in divisa…», «…non era la prima volta…».
Qualcuno raccontava di aver visto certi volti noti entrare e uscire tardi dagli uffici, altri giuravano che nelle chat interne circolassero ancora foto e messaggi piccanti. La curiosità cresceva, e più si cercava di coprire la vicenda, più le voci diventavano insistenti. C’erano genitori preoccupati, ex allieve pronte a parlare e persino colleghi che, dietro porte chiuse, ammettevano di sapere molto più di quanto dichiarassero ufficialmente.
La mia amica, con un sorriso ironico, disse: «Prima andavo io da loro sul posto di lavoro… ora sono loro che vengono a casa mia». E aggiunse, con una risata: «La differenza è che adesso non devono più fingere di fare domande o correggere compiti. Sanno già per cosa sono venuti, e io so esattamente cosa voglio da loro». In quel momento capii che, per alcuni, lo scandalo non era una macchia da cancellare, ma un nuovo modo di giocare a porte chiuse.
Due prospettive opposte
— “Ora qui a Coppito non si parla d'altro” — conclude lei con un sorriso malizioso.
E io penso che, se mai mi fossi trovata in un posto così, il mio “diploma” sarebbe stato pieno di ricordi indelebili… e molto piccanti. Perché io non sono una studentessa qualsiasi: sono una donna trans e una prostituta, e il mio lavoro-passione mi nutre, mi diverte e mi fa vivere come voglio.
So riconoscere certi giochi, so scegliere quando partecipare e quando condurre io la partita. Ma se fossi stata una giovane allieva, finita lì per studiare e ritrovatasi a subire, senza volerlo, certe attenzioni… allora sì, sarei andata dritta in questura a sporgere denuncia.
Due vite, due modi di guardare la stessa storia. La mia, lo so bene, non assomiglierà mai alla loro. E sì, a volte può esserci un velo di tristezza… ma lo compensano il lusso, i soldi, l'attenzione e, soprattutto, tanto sesso. Io questa vita la scelgo, ogni giorno. E continuerò a sceglierla finché mi darà ciò che voglio.
E forse, un giorno, qualcuno scriverà di noi senza filtri né paura, raccontando che dietro certe porte chiuse non ci sono solo scandali, ma anche vite che sfidano le regole. Io sarò ancora lì, pronta a trasformare ogni sussurro in piacere, ogni pettegolezzo in leggenda, e ogni notte in un ricordo che nessuno potrà cancellare.
Lo scandalo sessuale a L’Aquila, per me, è un racconto da ascoltare con un bicchiere in mano, sapendo che dietro quelle porte si incrociano due mondi: quello delle vittime inconsapevoli e quello di chi, come me, usa la seduzione come arma e difesa.
Coppito oggi
Oggi, nel quartiere Coppito, i corridoi della scuola sembrano tranquilli. Ma basta un sussurro nei pressi di un bar per sentire ancora quella frase: «Hai sentito dello scandalo sessuale a L’Aquila?» Segue sempre uno scambio di nomi, risate soffocate o sguardi complici.
I pettegolezzi hot a L’Aquila sono difficili da spegnere. Qualcuno sostiene che certe pratiche continuino, ma in modo più nascosto. Altri giurano che tutto sia cambiato. Io so soltanto che, finché esisteranno luoghi chiusi con potere e disciplina, esisteranno anche storie proibite.
Abruzzo non è solo escort, troie, trans e gay pronti a farti perdere la testa. Questo territorio merita di essere visitato anche per la sua bellezza autentica: montagne maestose, parchi nazionali incontaminati, spiagge dell’Adriatico e borghi antichi che conservano tradizioni uniche. È il cuore selvaggio d’Italia, dove la cucina, la cultura e l’ospitalità si intrecciano in un’esperienza indimenticabile. Per saperne di più sulla regione Abruzzo visita il sito ufficiale





